Dagli scarti della raffinazione del petrolio ai solventi e agli accumulatori, ecco quali sono i rifiuti speciali pericolosi e perché sono così classificati.
Cosa sono i rifiuti speciali pericolosi
I rifiuti speciali pericolosi sono quelli derivanti da attività produttive di industrie e di aziende che possono essere gestiti e smaltiti unicamente da aziende autorizzate a queste procedure. Vengono classificati così se contengono al loro interno un’elevata concentrazione di sostanze inquinanti. Per questo motivo i rifiuti speciali pericolosi devono essere trattati in maniera apposita al fine di ridurre la loro pericolosità e renderli innocui. In particolare, in base al Decreto Legislativo n.152 del 3 aprile, sono rifiuti provenienti da attività agricole e agro-industriali e derivanti da lavori di demolizione, costruzione e scavo. Inoltre vanno intesi come rifiuti speciali pericolosi quelli derivanti da lavorazioni industriali e artigianali, da attività commerciali e di servizio. Non mancano nemmeno quelli che provengono dal recupero e dallo smaltimento dei rifiuti e da attività sanitarie. Infine come rifiuti speciali pericolosi abbiamo i macchinari e le apparecchiature deteriorate ed obsolete, i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso con le loro parti e il combustibile.
La classificazione dei rifiuti speciali pericolosi
Dopo aver visto da quale tipo di attività provengono, andiamo ad analizzare più nel dettaglio la classificazione dei rifiuti speciali pericolosi. Si tratta degli scarti della raffinazione del petrolio, dei processi chimici industriali e dell’industria metallurgica. Non mancano gli scarti che provengono dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche, i solventi, gli oli esausti, le batterie e gli accumulatori. Nella classificazione dei rifiuti speciali pericolosi rientrano poi i rifiuti degli impianti di trattamento delle acque reflue, dell’industria fotografica (ovvero soluzioni a base di solventi, ecc) e dell’industria cosmetica come detergenti e trucchi. Infine vi sono le pitture, le vernici e l’inchiostro di scarto, i rifiuti dell’attività medica e veterinaria, della produzione conciaria e tessile, quelli agrochimici contenenti sostanze pericolose e gli esplosivi di scarto quali munizioni e fuochi d’artificio.
Perché sono classificati rifiuti pericolosi
I rifiuti pericolosi sono classificati come tali in quanto le loro caratteristiche li rendono nocivi per la salute umana e per l’ambiente. Ad esempio parliamo di esplosivi che sono sensibili a urti o attriti o comburenti che, a contatto con altre sostanze, presentano una forte reazione esortermica. I rifiuti pericolosi sono chiamati così anche perché possono essere irritanti per la pelle e la mucosa o tossici, ovvero possono provocare rischi per la salute gravi, acuti o cronici. Infine tra i rifiuti pericolosi troviamo quelli corrosivi, infettivi ed ecotossici.